Nuova Riveduta:

Daniele 6:8

Ora, o re, promulga il divieto e firma il decreto, perché sia immutabile conformemente alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile».

C.E.I.:

Daniele 6:8

Tutti i governatori del regno, i magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che venga pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora a trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni.

Nuova Diodati:

Daniele 6:8

Ora, o re, promulga il decreto e firma il documento, in modo che non possa essere cambiato in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile».

Riveduta 2020:

Daniele 6:8

Ora, o re, promulga il divieto e firma il decreto perché sia immutabile, in conformità alla legge dei Medi e dei Persiani, che è irrevocabile”.

La Parola è Vita:

Daniele 6:8

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Daniele 6:8

Ora, o re, promulga il divieto e firmane l'atto perché sia immutabile, conformemente alla legge dei Medi e de' Persiani, che è irrevocabile'.

Ricciotti:

Daniele 6:8

Or dunque ratifica la deliberazione e sottoscrivi il decreto, e che: "non sia cambiato quello che è stato stabilito dai Medi e dai Persiani, e a nessuno sia permesso trasgredire"».

Tintori:

Daniele 6:8

Or dunque, o re, conferma questo parere, e scrivi il decreto e tale che sia immutabile, secondo la legge dei Medi e dei Persiani, e nessuno possa trasgredirlo».

Martini:

Daniele 6:8

Or adunque, o re, conferma questo parere, e scrivi l'editto, che sia immutabile, come firmato dai Medi, e da' Persiani, né sia lecito ad alcuno di trasgredirlo.

Diodati:

Daniele 6:8

Ora, o re, fa' il divieto, e scrivine lettere patenti, che non si possano mutare; quali son le leggi di Media, e di Persia, che sono irrevocabili.

Commentario abbreviato:

Daniele 6:8

6 Versetti 6-10

Vietare la preghiera per trenta giorni significa privare Dio di tutto il tributo che ha dall'uomo e l'uomo di tutto il conforto che ha in Dio. Il cuore di ogni uomo non lo spinge forse a invocare Dio quando si trova nel bisogno o nell'angoscia? Non potremmo vivere un giorno senza Dio; e possono gli uomini vivere trenta giorni senza preghiera? Eppure c'è da temere che coloro che, senza alcun decreto che glielo vieti, non presentano a Dio alcuna supplica seria e sincera per più di trenta giorni di seguito, siano molto più numerosi di coloro che lo servono continuamente, con cuore umile e riconoscente. Le leggi persecutorie vengono sempre emanate con falsi pretesti; ma non è da cristiani lamentarsi aspramente o indulgere in offese. È bene avere delle ore per la preghiera. Daniele pregava apertamente e dichiaratamente; e sebbene fosse un uomo di grandi affari, non pensava che questo lo avrebbe scusato dagli esercizi quotidiani di devozione. Quanto sono imperdonabili coloro che hanno poco da fare nel mondo e non fanno altrettanto per la loro anima! In tempi difficili dobbiamo fare attenzione, per evitare che, con la scusa della discrezione, ci rendiamo colpevoli di codardia nella causa di Dio. Chi butta via la propria anima, come fanno certamente coloro che vivono senza pregare, anche se per salvarsi la vita, alla fine si rivelerà uno stolto. Daniele non si limitò a pregare e non ringraziò, tagliando una parte del servizio per abbreviare il tempo del pericolo; ma lo fece per intero. In una parola, il dovere della preghiera si fonda sulla sufficienza di Dio come Creatore e Redentore onnipotente e sulle nostre necessità di creature peccatrici. A Cristo dobbiamo rivolgere lo sguardo. Il cristiano guardi e preghi in questa terra di prigionia.

Riferimenti incrociati:

Daniele 6:8

Est 3:12; 8:10; Is 10:1
Dan 6:12,15; Est 1:19; 8:3
Mat 24:35

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